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L’inteverata

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L’inteverata

(Canzonetta popolare)

 

 

Aspira, espira

Affuma, efuma

Suda la tela

Odora d’alga

D’aglio e di sugo

Di piedi nudi

 

Pancia di luna

C’è mezzo Tevere

Nel suo turgore

L’hanno affogata

E il mio pittore

L’ha immortalata

 

L’han tratta in secco

A Ripa Grande

I pescatori

Erano apostoli

Adesso sono

Disoccupati

 

Sdiscepolati

Stanchi s’incurvano

Nella preghiera

Ombre nell’ombra

Sfondi nel sonno

Della controra

 

Giù da un Calvario

Che non si vede

Cala morbosa

Luce di miele

Sulla calvizie

Senza difesa

 

La Maddalena

Piange torcendosi

Sullo sgabello

Pensa allo spreco

Delle Desdemone

Morte d’Otello

 

D’accordo morta 

Ma è troppo morta

Questa Madonna 

Inappropriata

Per la cappella

Carmelitana

 

Meglio una Vergine

Morta per mano

Del Saraceni

Che quest’immagine

D’inteverata

Trasteverina

 

Suda la tela

Il ventre palpita

C’è troppo rosso

Rosso blasfemo

Lei sembra quasi

Di nuovo pregna

 

In diagonale

Geme la plebe

Sotto il sipario

Barocco oscuro

Come in un incubo

D’anglico bardo

 

Ma almeno Ofelia

Moriva chiara

Nell’acquamara

Fresca la pelle

Di fiori e d’erbe

Domenicali

 

Questo dolore

Esigerebbe

Mantelli blu

Putti celesti

Luci d’aprile

Rose con l’arpa

 

Pittore grave

Neroveggente

Sclera pro nobis

I desolati

I censurati

Stanno contigo

 

Getta nel fiume

Ansia e pugnale

Roma ti ama

Non ammazzare

L’uomo sbagliato

Bevi con lui

 

Dagli da bere

Rosso velluto

Color sipario

Vino dipinto

Miracolato

Vino di Cana.

 

© Pasquale Barbella

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Morte della Vergine, olio su tela, 1604. Parigi, Louvre.

 

 

 

 

 


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