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Donne italiane

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Sono passati 79 anni. Molti per chi partecipò di persona a quell’evento storico. Pochi per la democrazia in generale.

L’8 e il 9 giugno si può votare per cinque referendum. Ma ai vertici del potere c’è chi manovra – apertamente o sottobanco – per non far votare nessuno. Né donne né uomini. 

Invece di esortare l’elettorato all’affluenza, si tace – e nei casi piú sfacciati si istiga all’astensione – per aggirare il legittimo esercizio di una libertà conquistata a fatica.

Libertà. Ci sarà ancora domani? Per un film recente di grande successo, di e con Paola Cortellesi, il primo voto non si scorda mai. Ma se le cose continuano come stanno andando da qualche tempo, un crescente numero di cittadini ha già votato, in questi anni, per l’ultima volta. Probabilmente senza rendersene conto. Un suicidio civile di massa.

L’astensione, specialmente se pilotata dall’alto, mette in serio pericolo la democrazia. Chi si astiene lo fa spesso in buonafede, per delusioni e scetticismi comprensibili. A volte si illude di compiere un gesto di protesta contro il potere. Ma in questo caso, e forse non è la prima volta, il serpe della regia si annida proprio nelle istituzioni! Ai piani alti del comando! E allora che protesta è? La protesta è andare controcorrente, dunque partecipare. Votiamo, ciascuno lo faccia come vuole, ma votiamo. Dimostriamo che non siamo incapaci di intendere e volere. 

Donne, non lasciatevi imbrogliare da nessuno. Nella storia avete sofferto piú degli uomini il peso della discriminazione e dell’emarginazione. L’8 e il 9 giugno fatevi vedere alle urne. A testa alta.

In ballo ci sono cinque argomenti vitali: quattro riguardano il lavoro e uno la cittadinanza. Mica noccioline. E c’è un sesto valore, un valore in ombra ma fondamentale, che attraversa gli altri, indipendentemente dai sí e dai no con cui possiamo rispondere ai singoli quesiti del referendum. La tenuta stessa della democrazia! Se ci disabituiamo alla libertà e ai diritti acquisiti, come faremo a riprenderci gli spazi perduti? Chi ci salverà dal naufragio?

Lo chiedo a tutti ma soprattutto mi va di chiederlo alle donne. Le vedo, le sento piú combattive, meno rassegnate degli uomini.

La speranza, con loro, è che ci sia ancora, ci sia sempre un domani.







 

Per maggiori informazioni sul contenuto dei cinque referendum consultate qualche sito. Per esempio uno di questi:

 

https://www.lanotiziagiornale.it/referendum-il-grande-blackout-sulla-consultazione-popolare-dell8-e-9-giugno/

https://www.tgcom24.mediaset.it/scheda/referendum-8-e-9-giugno-i-5-quesiti_97732278-202502k.shtml

https://www.ilpost.it/2025/05/05/guida-referendum-8-9-giugno/

 

Nelle fotografie: cronaca storica del 1945-1946. Le ultime in basso: scene da C’è sempre un domani di e con Paola Cortellesi.

 

 

 

 


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