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Dolce vita in Alta Savoia

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1961. La modella argentina Kouka Denis in un abito di Christian Dior. Foto di Mark Shaw.


Lago di Annecy, estate 1961 o 1962. Un incongruo quartetto di perdenti prova a spassarsela nel beau monde come se non esistesse un domani. Yvonne, attricetta al suo primo film, Lettere d’amore dalla montagna, che nessuno vedrà mai. L’io narrante Victor Chmara, diciottenne in fuga da Parigi per evitare l’arruolamento nella guerra d’Algeria. René Meinthe, omosessuale nevrotico, instancabile festaiolo e loro angelo custode. E il cane di lei, un alano ammalato di inguaribile malinconia.

L’attrice e Victor diventano subito amanti. Il ragazzo si trasferisce nella camera che lei occupa all’Hermitage. Al momento non hanno problemi di soldi. Quando sono stanchi di far sesso, c’è René che li trascina da un posto all’altro. Nightclub, ville, ristoranti, follie. L’aria del luogo sembra stordire l’élite e i parvenus a tutte le ore, fra sporting club, concorsi di eleganza e mister muscolo, automobili di lusso, haute couture, alcool, intemperanze, gelosie, gossip, party e litigate.

Ci sono almeno tre motivi per incollarsi alle pagine di Villa Triste, romanzo di Patrick Modiano del 1975, e dimenticare il pranzo o la cena. Primo: i personaggi principali hanno tutti qualcosa da nascondere; non sono trasparenti né tra loro, né col lettore (persino l’io narrante spaccia volentieri qualche bugia), né con sé stessi. Secondo: Modiano ha l’ossessione delle mappe; con queste compone una geografia tra il vero e l’immaginario, ambientando la storia in un puzzle turistico nel quale coesistono il lungolago di Annecy, il casinò di Deauville, gli alberghi della Costa Azzurra, stazioni termali e campi da golf di ulteriori Altrove, amalgamati da quell’euforia rumorosa che, a fine stagione, si scioglie rapidamente in oblio. Terzo: Modiano ha un altro tic, quello dei nomi propri – anche questi vaganti tra il vero e il finto. Con i nomi, famosi e non, crea una fitta ragnatela di riferimenti e allusioni. Strumenti che non servono tanto, come parrebbe a prima vista, a contestualizzare la vicenda narrata; quanto a giocare con una serie di rimandi, come a voler suggerire, attraverso altre biografie, il destino dei suoi personaggi.

Usati da Modiano, i nomi sono un fantastico artificio letterario e musicale. A volte è il suono stesso a evocare un carattere (nomen omen), un ambiente, l’aspetto di una strada, l’atmosfera che puoi trovare a bordo di un traghetto o nella hall di un albergo. I nomi sono stati inventati per circoscrivere e definire, ma lo scrittore se ne serve soprattutto per incrementare il tasso di ambiguità che pervade tutto il racconto.
Villa Triste, 1975, ristampa Bompiani 2014 della prima edizione italiana (Rusconi, 1976). Quasi del tutto ignorato fuori dalla Francia fino al 2014, anno in cui gli è stato conferito il Nobel, Modiano torna nelle nostre librerie con diversi titoli pubblicati da Bompiani.

Il nome più spiazzante è proprio nel titolo del romanzo, Villa Triste. Prima di leggerlo pensavo a una di quelle famigerate ville italiane, occupate dai criminali della banda Koch ai tempi della repubblica di Salò e rimaste leggendarie per la crudeltà delle sevizie inflitte agli avversari politici. La Villa Triste di Modiano è invece la residenza di René Meinthe, e sembra non avere alcun legame con quelle. Sembra. Ma ecco che a sorpresa spuntano, nei club frequentati dal trio Yvonne-Victor-René, nomi come Daisy Marchi e Osvaldo Valenti, buttati lì quasi per caso ma appartenuti – durante la guerra – a persone legate a Pietro Koch e, di riflesso, alla Villa Triste milanese. Un raccordo tragicamente ironico, beffardo come altri che si incontrano durante la lettura. Ma cosa nasconde René Meinthe? Cosa ha a che fare con la guerra d’Algeria?
Villa Triste in via Paolo Uccello, Milano.

Altri nomi – di persone e di luoghi – servono a caratterizzare il clima da dolce vita (francese, cosmopolita, “romana”) in cui si muovono, quasi macchinalmente, i personaggi. Victor è disorientato, ma all’occorrenza non esita a far circolare anche lui qualche fandonia su sé stesso: apolide? egiziano? conte russo? avventuriero in erba? Il cognome, Chmara, di origine misteriosa (ungherese? russa? ebraica?) lascia adito a congetture fantasiose.
Dodge Dart Phoenix coupé, 1961.

Modiano adora la toponomastica e l’odonomastica, scrive come se avesse costantemente sott’occhio tutti i plans de ville di Francia e dintorni. Anche il lettore troverebbe comodo disporre di una mappa, per orizzontarsi nel variegato labirinto di citazioni allestito dallo scrittore. Ho tracciato un dizionarietto qui sotto, a uso e consumo dei più curiosi. Ma tengo innanzitutto a rassicurarvi: anche senza sapere nulla di Gay Orloff o Antonio Pulli, il romanzo fila ch’è un piacere, tanto è semplice e chiara la scrittura.

Lo si può anche leggere come una costola letteraria de La dolce vita di Fellini. Le analogie non mancano. Modiano è anche sceneggiatore (Lacombe Lucien di Louis Malle, 1974) e ha l’occhio del cinefilo. Il suo modo di raccontare è molto cinematografico. Gli basta poco per schizzare, vividamente, una scena. E, a proposito di odonomastica, Via Veneto non è diventata un “brand” – come si dice oggi – dopo il film di Fellini? 

Struggente, in Fellini come in Modiano, è il contrasto (più poetico che moralistico) tra la volgarità degli episodi mondani e la nostalgia d’un mondo più verace. Indicativo in questo senso è, nel romanzo, il capitolo dedicato alla visita di Victor e Yvonne a uno zio di lei, un modesto meccanico. Per la ragazza è l’ultimo, fragile legame con una vita anteriore di cui non le importa più nulla. Victor capisce che la vera libertà non è quella che stanno vivendo, e siccome è giovane e naïf pensa di trovarla in America, la patria del successo. Cerca di convincere la compagna a partire con lui, insiste, la esorta a preparare le valigie senza perdere altro tempo. In quel momento sembra Jacques Perrin, innamorato perso di una donna più grande e scafata di lui, la Ragazza con la valigia (Claudia Cardinale) del film di Valerio Zurlini. Anche quello del 1961.

Ma il bello di Villa Tristeè nella sua prospettiva temporale. La folle estate non si svolge in diretta, ma nella memoria di Victor, tanti anni dopo. Ormai adulto, ritorna sul lago di Annecy per ritrovarci qualche traccia del passato. Un persistente velo di rimpianto avvolge i suoi ricordi, sfioriti in un paesaggio fuori stagione che non è più quello di prima: qualche albergo abbattuto, qualche boutique che non c’è più, le persone che aveva conosciuto uscite di scena. La tristezza, che prima pervadeva solo la villa di René e il cane di Yvonne, si è espansa dappertutto. Nei luoghi e in ciò che rimane di un’illusione perduta.
1961. La modella Irène all’Epi Club di Saint-Tropez per un servizio fotografico di Mark Shaw pubblicato su Life.

La mappa del labirinto


Eventi


Guerra d’indipendenza algerina

Il conflitto oppose tra, il 1º novembre 1954 e il 19 marzo 1962, l’esercito francese e gli indipendentisti algerini guidati dal Fln (Fronte di liberazione nazionale). Lo scontro si svolse principalmente in Algeria ma, a partire dal 1958, il Fln decise di aprire un secondo fronte in Francia, scatenando una serie di attentati. Gli algerini conquistarono l’indipendenza che fu proclamata il 5 luglio 1962.
Una scena da L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais, 1961.

Film


L’anno scorso a Marienbad

(L’année dernière à Marienbad, Francia-Italia, 1961). Sceneggiatura e dialoghi di Alain Robbe-Grillet, ispirato al romanzo L’invenzione di Morel dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares. Regia di Alain Resnais. Con Delphine Seyrig e Giorgio Albertazzi. La vicenda si svolge in una località termale a 170 km da Praga. Un tizio perseguita una donna insistendo sul fatto di essersi conosciuti l’anno prima nello stesso posto. Lei non ne è affatto sicura.

Il bosco degli amanti

(Le bois des amants, Francia-Italia, 1960). Regia di Claude Autant-Lara. Con Laurent Terzieff, Erika Remberg, Gert Fröbe.

Capitan Fracassa

(Le capitaine Fracasse, Francia-Spagna-Italia, 1961). Regia di Pierre Gaspard-Huit, dal romanzo di Théophile Gautier. Con Jean Marais, Geneviève Grad, Anna Maria Ferrero, Philippe Noiret, Louis de Funès, Jean Rochefort.

Il circolo vizioso

(Le cercle vicieux, Francia, 1960). In realtà la versione italiana era intitolata “La doppia morte”. Regia di Max Pécas. Con Claude Titre e Louisa Colpeyn. Si noti che Louisa Colpeyn o Colpijn, attrice belga di origine fiamminga, era la madre di Modiano.

La dolce vita

(Italia-Francia, 1960). Il capolavoro di Federico Fellini, con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Alain Cuny, Magali Noël.

Liebesbriefe aus dem Berg (Lettere d’amore dalla montagna)

Film inesistente del regista (fittizio) Rolf Madeja. Il titolo è ricalcato su quelli di Liebesbriefe aus dem Engadin di Werner Klinger e Luis Trenker (Germania, 1938) e Drei Liebersbriefe aus Tirol di Werner Jacobs (Austria-Germania dell’Est, 1962). Con sottile ironia, Modiano attribuisce all’io narrante di Villa Triste, quindici anni dopo le vicende evocate nel romanzo, questo moto di nostalgia: «Sono anni che cerco di vedere, ma invano, Liebesbriefe aus dem Berg. I critici che ho interrogato mi hanno detto che quel film non è mai esistito. E nemmeno il nome di Rolf Madeja gli diceva molto.»

Il mondo di Suzie Wong

(The World of Suzie Wong, Usa-Regno Unito, 1960). Regia di Richard Quine. Con William Holden e Nancy Kwan.

Nocturno der Liebe

(Germania, 1919). Regia di Carl Boese. Con Hermann Bachmann, Rita Clermont, Conrad Veidt.

La notte

(Italia-Francia, 1961). Regia di Michelangelo Antonioni, da un soggetto di Ennio Flaiano e Tonino Guerra. Con Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti.

I sicari di Hitler

(Geheimaktion schwarze Kapelle, Germania dell’Est-Italia-Francia, 1959). Regia di Ralph Habib. Con Dawn Addams e Peter van Eyck.

La spia del secolo

(Qui êtes-vous, monsieur Sorge?, Francia-Germania dell’Est-Italia-Giappone, 1961). Regia di Yves Ciampi. Con Thomas Holtzmann, Mario Adorf, Shinobu Asaji.

Tendre et violente Élisabeth

(Francia, 1960). Da un romanzo di Henry Troyat. Regia di Henri Decoin. Con Christian Marquand e Lucile Saint-Simon. Inedito in Italia.

Il testamento di Orfeo

(Le testament d’Orphée, ou ne me demandez pas pourquoi!, Francia, 1960). Sceneggiatura e regia di Jean Cocteau. Con Jean Cocteau e Françoise Arnoul.

Libri


L’erba verde del Wyoming

(Green grass of Wyoming), 1946. Best-seller di Mary O’Hara, scrittrice e sceneggiatrice statunitense. C’è un’edizione italiana del 1972, di Mondadori.

Storia dell’Inghilterra

(Histoire de l’Angleterre) di André Maurois, 1937.

Musica


Abat-jour

Tipica melodia da caffè all’aperto e stazione termale. Titolo italiano di Salome, schönste Blume des Morgenlands (1920), del compositore di operette austriaco Robert Stoltz. Popolare anche in Italia, la canzone ebbe un inaspettato revival nel 1962, cantata in italiano da Henry Wright.

Abril en Portugal

Canzone portoghese del 1947, di Raul Ferrão. Titolo originale Coimbra, fado che Amália Rodrigues ha reso famoso nel mondo. Standard internazionale per orchestrine nelle località turistiche.

L’amour c’est comme un jour

Canzone di Charles Aznavour. Disco Barclay del 1962.

The Café Mozart Waltz

Lato B del 78 giri Decca dedicato a The Harry Lime Theme, leit-motiv de Il terzo uomo (regia di Carol Reed, 1949) con Orson Welles, Alida Valli e Joseph Cotten. Entrambi i brani erano stati composti da Anton Karas, specialista austriaco di zither (una specie di cetra).

Mon beau sapin

Versione francese di un tradizionale canto natalizio tedesco, O Tannenbaum.

Oči čёrnye

(Occhi neri), canzone popolare russa. Testo del poeta e scrittore ucraino Evgen Hrebinka, pubblicato per la prima volta nella Literaturnaja Gazeta il 17 gennaio 1843. Con una melodia di S. Gerdel apparve come romanza nel 1884. Fëdor Chaliapin rese popolare la canzone all’estero. La versione oggi più nota nel mondo è di Adalgiso Ferraris, musicista di origini novaresi emigrato prima in Russia, poi in Inghilterra.

Tuxedo Junction

Uno dei grandi successi di Glenn Miller e la sua orchestra, nel 1940.

Oggetti e documenti


Passaporto Nansen

Passaporto per apolidi rilasciato dalla Società delle Nazioni. Lo aveva concepito Fridtjof Nansen, esploratore polare e scienziato norvegese, premio Nobel 1922 per la pace per la sua attività politica a favore di profughi e rifugiati. Anche personaggi illustri come Marc Chagall, Igor Stravinskij e Aristotele Onassis hanno avuto un passaporto Nansen.
La ballerina Émilienne d’Alançon nel 1905.

Persone


Émilienne d’Alançon

Ballerina di cabaret e cortigiana francese. Una delle “tre grazie” della belle époque, insieme a Caroline Otero e Liane de Pougy.

Émile Allais

(Megève, 1912 - Sallanches, 2012). Uno dei più grandi sciatori degli anni trenta. A Chamonix, nel 1937, trionfò nei Mondiali di sci alpino vincendo l’oro in tutte e tre le specialità in programma (discesa libera, slalom speciale e combinata). Rivinse il campionato del mondo nel 1938, a Engelberg.

Junie Astor

Attrice francese, morta nel 1967 per un incidente d’auto. Premiata per il suo ruolo ne Il colpevole(Le coupable, 1937) di Raymond Bernard. Particina in Verso la vita (Les bas-fonds, 1936) di Jean Renoir. Il resto della filmografia è in gran parte trascurabile.

Astrid di Svezia

Vedi Elisabetta di Baviera.

Napoleone Francesco Bonaparte

(1811-1832). Figlio di Napoleone Bonaparte. Nominato re di Roma fin dalla nascita (1811-1814); imperatore dei francesi col nome di Napoleone II (1814-1815); duca di Reichstadt (1818-1832). A ventun anni morì di tisi a Vienna, nel castello di Schönbrunn.

Martine Carol

(1922-1967). Attrice francese, protagonista di Caroline chérie (1951), Lucrezia Borgia (1953), Vanina Vanini (1961). Trovata morta il 6 febbraio 1967 in una camera dell’Hôtel de Paris, a Montecarlo.

James Couttet

(Chamonix, 1921-1997), grande sciatore francese. Campione del mondo di discesa libera a sedici anni, nel 1938. Dominò poi le prime competizioni del dopoguerra aggiudicandosi tre volte l’ambito trofeo di sci alpino Arlberg-Kandahar.

George de Piedrablanca de Guana marchese di Cuevas

(Santiago del Cile 1886 – Cannes 1961). Direttore e impresario di balletti. Naturalizzato statunitense nel 1940, nel 1947 sostituì Serge Lifar nella direzione del Nouveau Ballet de Monte-Carlo da lui ribattezzato Grand Ballet de Monte-Carlo, e poi (1949) Grand Ballet du Marquis de Cuevas; nel 1958 la compagnia assunse il nome di International Ballet of the Marquis de Cuevas. La compagnia si sciolse nel 1962.

Bella Darvi

«Poi, per entrare negli ambienti del cinema contavo su mia cugina Bella Darvi che aveva fatto carriera laggiù.» Bella Darvi è stata un’attrice realmente esistita. Anche lei morta suicida (1971), come altre dive citate nel romanzo: a 42 anni, col gas, nel suo appartamento di Monte Carlo. Polacca di nascita, si è vista in film hollywoodiani come Sinuhe l’egiziano di Michael Curtiz (1954) e in un film italiano di Damiano Damiani, Il rossetto (1960). La sua parte in Sinuhepoteva essere di Marilyn Monroe, scartata perché la Darvi era allora l’amica di Darryl F. Zanuck, fondatore e vicepresidente della 20th Century Fox.
Lucie Delarue-Mardrus.

Lucie Delarue-Mardrus

(1874-1945). Poetessa, romanziera, scultrice e disegnatrice, scacchista, giornalista e storica francese.

Harry Dressel

Nel romanzo è «un uomo di cinquant’anni, dalla corporatura snella e il viso butterato che se ne stava davanti alla porta finestra con un bicchiere in mano: Harry Dressel, un olandese, un attore del film» (Liebesbriefe aus dem Berg, il film immaginario di Rolf Madeja). Modiano potrebbe aver scelto il nome di un cantante olandese degli anni quaranta.

Elisabetta di Baviera

(1876-1965). Amatissima e democratica regina dei belgi, sposa di Alberto I dal 1909 al 1934. Dopo la morte del marito il suo titolo divenne Sua Maestà la Regina Elisabetta del Belgio. Due omosessuali di Villa Triste amano proclamarsi “regina del Belgio” riferendosi l’uno a Elisabetta e l’altro ad Astrid (1905-1935), morta in un tragico incidente d’auto mentre il marito, re Leopoldo III, era alla guida.
Re Farouk nel 1939.

Farouk

Faruq I (Il Cairo, 1920 – Roma, 1965), secondo e penultimo re dell’Egitto, spodestato da un colpo di stato nel 1952. In esilio in Italia fino alla morte, fu uno dei grandi protagonisti della vita mondana romana negli anni della dolce vita. Morì dopo una grande abbuffata.

Jacques Fath

(1912-1954). Grande creatore d’alta moda francese.

Errol Flynn

(1909-1959). Attore statunitense di origine australiana, molto popolare ai suoi tempi, soprattutto per film d’azione e d’avventura come La carica dei 600 (1936), La leggenda di Robin Hood (1938), Obiettivo Burma (1945). Muore d’infarto per alcool e stravizi, il 14 ottobre 1959.
André de Fouquières, arbiter elegantiae.

André de Fouquières

Marcelin André Becq de Fouquières (1874-1959), conferenziere, letterato e “uomo di mondo” francese. Tenta la carriera politica battendosi per la restaurazione della monarchia in Francia. Scrive spettacoli teatrali e prefazioni di libri sull’art de vivre. Onnipresente negli eventi mondani, specialmente quelli organizzati in località balneari come Deauville, Dinard, La Baule. Trattato con soave sarcasmo da Modiano, che lo immagina presidente di giuria in un concorso sui villeggianti più chic.

Pierre Fournier

Famoso violoncellista francese.

Antonio de la Gandara

(1861-1917). Artista francese, detto “il pittore gentiluomo”. Notevole la sua produzione di ritratti, vedute di Parigi e nature morte.

Paulette Goddard

(1910-1990). Attrice americana diventata famosa con Tempi moderni e Il grande dittatore di Charles Chaplin, amico e convivente per anni. Verso la fine degli anni cinquanta sposa lo scrittore tedesco Erich Maria Remarque, col quale si trasferisce in Svizzera. Il suo ultimo film è italiano: Gli indifferenti (1964) di Francesco Maselli, tratto dal romanzo di Alberto Moravia.

Sacha Gordine

Nobile russo esiliato in Francia ai tempi della Rivoluzione d’ottobre. Nella nuova patria diventa produttore cinematografico – con film di Max Ophüls, Marcel Carné, Yves Allégret e altri – e fondatore della Société des Automobiles Gordine per costruire un’auto da corsa. Nella sua biografia (Un pédigrée, 2005), Modiano annovera Gordine fra gli amici di suo padre; accenna inoltre alle persecuzioni subite da Gordine, ebreo, durante l’occupazione nazista.

Sacha Guitry

(San Pietroburgo, 1885 - Parigi, 1957). Attore, regista e sceneggiatore. Autore di una commedia teatrale citata nel romanzo, Écoutez bien Messieurs.

Paulo Hervieu

Ispanizzazione di Paul Hervieu, scrittore e commediografo francese nei primi anni del XX secolo.

Daisy Marchi

Soubrette che fu per qualche tempo l’amante di Pietro Koch, il famigerato agente di polizia fascista a capo della banda Koch, versione italiana delle SS. Nel 1944 membri della banda si insediarono a Milano nella cosiddetta Villa Triste, lugubre teatro di torture. Nel romanzo di Modiano, Daisy Marchi è la protagonista del film immaginario Liebesbriefe aus dem Berg.

Luis Mariano

(1914-1970). Cantante basco naturalizzato francese. Molto popolare in Francia, partecipò anche a una ventina di film.

André Maurois

Per ragioni imperscrutabili, probabilmente dettate dal gusto dell’ironia, la protagonista di Villa Triste, l’attricetta Yvonne che non mostra il minimo interesse né per la storia né per la letteratura, si fa leggere da Victor ogni sera passi della Storia d’Inghilterra (1937) dell’illustre scrittore francese. «Non sono mai riuscito a capire perché proprio lei, che in vita sua non aveva letto niente, fosse tanto affezionata a quel trattato di storia. Mi dava risposte molto vaghe: “È molto bello, sai,” “André Maurois è un grandissimo scrittore.” Credo che avesse trovato la Storia dell’Inghilterra nella hall dell’Hermitage, e quel volume era diventato per lei una specie di talismano o di portafortuna.»

Jean Mermoz

(1901-1936). Pioniere dell’aviazione francese, ricordato come eroe in patria e in Argentina. Uno di quei solitari corrieri postali in volo tra Parigi e remote destinazioni extracontinentali. Scomparve col suo aereo durante una delle sue traversate.

Arthur Miller

(1915-2005). Drammaturgo, scrittore e pubblicista statunitense, ricordato anche per essere stato l’ultimo marito di Marilyn Monroe. «Avevo riflettuto a lungo sul matrimonio di Marilyn Monroe e di Arthur Miller, matrimonio fra una vera americana uscita dall’America più profonda e un ebreo. Noi due avremmo avuto un destino più o meno simile. Lei, piccola francese di campagna, si sarebbe trasformata di lì a qualche anno in una stella del cinema. Ed io, a mia volta, sarei diventato uno scrittore ebreo con grossi occhiali cerchiati di tartaruga.»

Marilyn Monroe

«Marilyn Monroe ci ha lasciati proprio in quel periodo.» Marilyn fu trovata morta nella sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5  agosto 1962. Aveva trentasei anni.

Gay Orloff

Personaggio ricorrente nei libri di Modiano. Gay Orloff è il soprannome di una ballerina del Casino de Paris, Odette Marchal, nome d’arte Galina Dismaïlova; forse è esistita davvero, o è il ricalco di una persona reale, un’amica del padre dello scrittore negli anni dell’occupazione nazista in Francia.

Antonio Pulli

Contrariamente a quanto si può pensare, Antonio Pulli è un personaggio realmente esistito. Era stato davvero amico d’infanzia, confidente e segretario di re Farouk.

Wladimir Rachewski

In Un pédigrée, Modiano lodescrive come «un playboy di origine russa» diventato amico di sua madre nell’estate del 1949, a Cap d’Antibes e poi sulla costa basca. L’amicizia si sarebbe protratta per l’estate successiva, con la presenza di Rachewski al battesimo del narratore (ma Modiano è nato nel 1945!) a Biarritz.

Eric Maria Remarque

(1898-1970), scrittore tedesco, famoso per romanzi come Niente di nuovo sul fronte occidentale, Tre camerati, Arco di trionfo. Perseguitato dai nazisti, si rifugiò prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti. Ebbe una relazione con Marlene Dietrich; poi sposò l’attrice Paulette Goddard. Modiano ha scritto la prefazione a una delle edizioni di Niente di nuovo sul fronte occidentale.

Sabah

Pseudonimo di Jeanette Gergi Feghali, cantante e attrice libanese. Ebbe una relazione col cognato di re Farouk, Alì, ed è probabilmente a lei che Modiano si riferisce con la frase «Sì... l’anno che il re frequentava quella cantante francese...» Farouk ebbe una storia personale con un’altra cantante, ma italiana: Irma Capece Minutolo. Difficile comunque districarsi nella vita sentimentale di un personaggio come lui.

William Somerset Maugham

(1874-1965). «Scrittore e commediografo britannico, famoso per il pessimismo acre e freddo, l’ironia crudele e cinica, con cui flagellava inesorabilmente i vizi e la follia degli uomini, e soprattutto delle donne, in una visione del mondo piuttosto cupa, ma dotata anche di senso d’umanità.» (Wikipedia). Autore di romanzi famosi come Schiavo d’amore (1915), La luna e sei soldi (1919), Il velo dipinto(1925), Il filo del rasoio (1944). Fu anche agente segreto britannico. In Villa Triste, Modiano gli attribuisce un’amicizia con uno dei personaggi, il «barone belga miliardario» suo «vicino di Cap-Ferrat».
José Torres nel Boléro di Ravel.

José Torres

Ballerino spagnolo.

Lana Turner

(1921-1995). Diva di Hollywood, vista in molti film di successo tra cui Il postino suona sempre due volte (1946), I tre moschettieri (1948), I peccatori di Peyton (1957), Lo specchio della vita (1959). Il 4 aprile 1958 un suo amante, il gangster Johnny Stompanato, rimase ucciso nella villa dell’attrice per mano di Cheryl, figlia quindicenne della Turner, poi assolta per legittima difesa.

Georges Ulmer

(Copenhagen, 1919 - Marsiglia, 1989). Cantautore francese. Grande successo nel 1946 con Pigalle, una canzone che all’epoca fu bandita dalla radio perché considerata scandalosa.
Osvaldo Valenti.

Osvaldo Valenti

Modiano sparge una manciata di nomi per dare un’idea degli habitué del centro di villeggiatura sul lago di Annecy, nomi che «rievocavano le piccole società cosmopolite dei porti franchi e delle agenzie d’oltremare»; tra questi un certo Osvaldo Valenti. Il nome corrisponde a quello di un famoso attore italiano degli anni trenta, che nel 1944 si arruolò volontario nella X Mas e alla fine della guerra fu fucilato dai partigiani, insieme alla compagna Luisa Ferida, attrice a sua volta famosissima. Valenti ebbe contatti con la banda Koch; la coppia fu accusata (forse ingiustamente) di aver partecipato alle torture di Villa Triste. Il nome dell’attore è evocato anche in un altro libro di Modiano, Les boulevards de ceinture, 1972 (I viali di circonvallazione, Rusconi, 1973).

Conrad Veidt

(1893-1943). Attore tedesco, morto a Hollywood per infarto mentre giocava a golf. Visto in classici della storia del cinema come Il gabinetto del dottor Caligari (1920), Il ladro di Bagdad(1940) e Casablanca (1942).

Lupe Vélez

(1908-1944). Attrice e ballerina californiana di origine messicana. Burrascosa vita privata, amore e litigi con Johnny Weissmuller e Gary Cooper, suicidio a causa di un tizio che non si sente di riconoscere un figlio in arrivo. Trovata cadavere con la testa nel water, nella sua villa di Beverly Hills.
Studebaker Lark VI, 1960.

Società


Harcourt

Studio fotografico fondato a Parigi nel 1934 dai fratelli Lacroix, famoso per i ritratti in bianco e nero di stelle del cinema e altre celebrità.
Jean-Pierre Marielle (nel ruolo di René Meinthe), Sandra Majani (Yvonne) e Hippolyte Girardot (Victor) in Le parfum d’Yvonne (1994), il film di Patrice Leconte tratto da Villa Triste. Non ho visto il film e non so fino a che punto sia aderente al romanzo e ne rispecchi il senso. Si noti, per esempio, che Meinthe ha solo 27 anni nel libro, mentre l’attore che lo impersona ne aveva 62 all’epoca delle riprese. Quanto a Hippolyte Girardot, è un quarantenne mentre Victor Chmara dovrebbe avere 18 anni appena compiuti.



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