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L'Autunno del Patriarcore

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Il declino di Berlusconi è iniziato da un pezzo, ma non si è ancora compiuto né c’è speranza che si compia entro pochi minuti, ore, giorni, mesi o anni. L’ultimo romanzo della saga (pron. sēga) berluschese sarà il più lungo di tutti, perché sopravviverà al cavaliere come la gualdrappa sopravvive al cavallo. 

L’autunno del patriarca di Arcore è una stagione ad personam, che non si esaurisce nel giro di un trimestre. Come fenomeno anacronistico e paranormale occupa spazi che non appartengono né alla meteorologia né all’astronomia, ma solo alla liquidità della mente. Mens vana in corpore vano, direbbe Giovenale, maestro di satira. La satira, da non confondere col satirismo che è  virtù specifica del cavaliere, è stata e rimane l’unica chiave di lettura per comprendere qualcosa dell’incomprensibile realtà italiana.

L’ultimo scoop del grande scopista è la partecipazione (straordinaria) al governo di centro-destra-sinistra-avanti-marsch-stop-dietrofront, nuova edizione del cha-cha-cha di caraibica memoria. La revisione politica del cha-cha-cha si articola in quattro passi base: a) ricatto, b) riscatto, c) insulto, d) indulto. C’è anche un quinto passo, che alcuni chiamano impasse e altri stabilità: trattasi, comunque, di un passo da fermo (in inglese step-stop). 

Schema alfanometrico del governo di larghe intese. L (left) e R (right) si accostano e si distanziano ad libitum alternando la dinamica della fluttuazione all'osteoporosi della stabilità. Ai margini della pista da sballo, gli altri avventori della balera oscillano fra le stelle e lo stallo.

Berlusconi è, se non immortale, almeno amortale (oltre che amorale). La sua longevità – biologica quanto illogica – si protende nell’animo di molti comuni mortali che, eleggendo ripetutamente il cavaliere, si danno visceralmente all’ippica.





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